#PadovaNonSiFerma a Pasqua mette in campo i ristoratori in una staffetta di solidarietà lunga tre giorni e che garantirà 2000 pasti.

Quattro chef al lavoro per il menù di Pasqua, i pasti saranno distribuiti come sempre anche agli ospedali di Padova. Colazione speciale per le forze dell’ordine e in Pedriatria.

Nella Padova capitale Europea del Volontariato la solidarietà non si ferma di fronte all’emergenza Coronavirus, anzi. Dopo le iniziative solidali del Salone dei Sapori che lo scorso maggio e lo scorso Natale, che hanno coinvolto gli chef Andrea Valentinetti e Alessandro Bottazzi, hanno saputo avvicinare rinomati chef del territorio alle Cucine Economiche Popolari, il mondo del sociale continua a trovare una sponda di generosità dal mondo del food e della ristorazione.

Duemila pasti distribuiti nei tre giorni del fine settimana di Pasqua. Settanta persone coinvolte, tra cui quattro chef di gran blasone. Tutto per realizzare e consegnare, gratuitamente, una serie di pranzi pasquali sabato, domenica e lunedì, a chi è in difficoltà ed abitualmente si rivolge alla Caritas e chi invece è al lavoro per fronteggiare al meglio l’emergenza Coronavirus a Padova.

Un’iniziativa lodevole e spontanea che prende il nome di #PadovaNonSiFerma, composta da una sessantina di imprenditori del mondo della ristorazione tra titolari di bar, ristoranti, enoteche, pasticcerie e panetterie.

In occasione della Pasqua, Stefano Agostini, del ristorante 19.94, Giuseppe “Pino” Romano di Enotavola, Luca Tommasicchio del ristorante Tola Rasa ed Andrea Valentinetti del ristorante Radici, quattro chef di gran nome in Veneto, si sono prestati per cucinare i più di 500 pasti, supportati dal gruppo dei ristoratori, rendendosi disponibili per affiancare le suore volontarie a creare un menu pasquale che verrà gustato dai padovani più in difficoltà ma anche recapitato ai centri Covid di Padova e Schiavonia e ad una comunità per persone disabili di Vicenza. 

È un’ulteriore iniziativa in cui la professionalità si mette al servizio della solidarietà e la vera essenza della cucina si manifesta: cucinare è un atto d’amore. Il cibo unisce e ci ricorda di non dimenticarci delle persone che si trovano in difficoltà e del personale medico e infermieristico che lavora per prendersi cura di chi è malato.