Il Boom dei Food Market in Europa: tradizione ed identità alla base del successo in Italia

In Europa stiamo assistendo ad un fenomeno molto interessante: il boom dei mercati coperti, luoghi storici del commercio e dell’economia reale delle città europee grandi e piccole.

La Boqueria a Barcellona, il Borough Market a Londra, il San Miguel a Madrid, il Markthalle a Berlino, il Markthal a Rotterdam, Saluhall a Stoccolma, Kauppahalli a Helsinki fino ad arrivare al Mercato Centrale di Firenze: luoghi che si pongono al centro della socialità cittadina, esaltando i prodotti del territorio o esportando sapori lontani provenienti da ogni angolo di mondo.

Consumare il prodotto lavorato e trasformato tra i banchi del mercato, con amici e famiglia o in pausa pranzo è un trend che si sta consolidando anche grazie all’esposizione mediatica offerta da numerose trasmissioni televisive e reality del Food.

Dai mercati coperti riparte un nuovo modo di approcciarsi al cibo, dove produttori locali e consumatori si ritrovano nello stesso spazio a creare la cosiddetta ‘filiera corta’.

A Milano, che sta godendo ancora della spinta propulsiva dell’Expo, la Boqueria di Bercellona ha fatto scuola: il Comune dopo il Suffragio e il Lorenteggio, inaugurati nella loro nuova veste a fine 2015, ha lanciato i bandi di altre tre strutture: Lagosta, Wagner e Morsenchio (zona viale Ungheria). Mercati che diventano dei veri e propri salotti, aperti anche di sera e proiettati ad essere dei nuovi centri di socialità per la vita dei quartieri, con attività ricreative per bambini ed anziani.

A Firenze da un’idea di Umberto Montano è nato il progetto che ha restituito alla città uno dei luoghi più significativi: il primo piano del mercato coperto di San Lorenzo. Il progetto diventa realtà nella primavera del 2014, a celebrare i 140 anni dell’architettura in ferro e vetro eretta nel 1874 ad opera dell’architetto Mengoni – autore anche del mercato di S. Ambrogio e della più celebre Galleria Vittorio Emanuele di Milano.

Qui le nuove idee sono di casa tanto da attirare un progetto di successo di un giovane imprenditore padovano/chioggiotto – l’ex direttore del Gran Caffè Pedrocchi di Padova – Federico Menetto: pasta fresca espressa in una cucina/banco che altro non è che un vecchio container.

A Padova – al piano terra del Palazzo della Ragione – sorge una galleria sede del mercato, detto Sotto il Salone (il Salone è il nome della grande sala pensile del Palazzo), che è aperto da ben ottocento anni, e rappresenta il più antico esempio di Centro Commerciale ancora in funzione.

È un luogo dall’alto valore simbolico per gli abitanti della città del Santo e per i molti visitatori che vengono a scoprire le meraviglie che offre il centro storico. Qui il tempo sembra essersi fermato, scorrendo placidamente attorno a gesti che sono diventati nei secoli dei veri e propri riti: come mangiare un folpetto e bere un’ombra de vin bon.

Tradizioni a cui le persone sono ancora profondamente legate. Forse, sono proprio questi i fattori che determinano il rinnovato successo dei mercati tradizionali europei rispetto ai centri commerciali americani. L’essere luoghi del consumo ma con un’anima forte e un’identità radicata da secoli. Un’identità che, se valorizzata, diventa un eccezionale volano per lo sviluppo socio-economico dell’intero Territorio, creando lavoro e, dunque, ricchezza.